Monywa | |
Con la macchina, il 21 di mattina, ci siamo diretti verso Monywa, e durante il percorso abbiamo visitato molti posti.
Siamo saliti su una collina per visitare una pagoda con tantissime statue di Buddha seduto. In lontananza si vedeva anche la successiva meta, una pagoda
"a tetta", in quanto il re che ha costruito la pagoda si era ispirato al seno della propria moglie.
La pagoda si chiama Kaungmudaw e si trova a circa 10 chilometri da Sagaing, nelle vicinanze di Mandalay.
La successiva sosta era davvero molto interessante, due statue di Buddha recenti: un Buddha sdraiato lunga 90 metri ed uno enorme in piedi alto 170 metri. Quest'ultimo è in pratica un grattacielo a forma di Buddha, in cemento armato e struttura d'acciaio a 33 piani, con le finestre e con l'ascensore che non funzionava. All'interno dell'edificio c'erano ancora lavori in corso e mi sembra che ci vorrà ancora qualche anno prima di finire tutto. Siamo saliti fino al 28-esimo piano (ci sono 33 piani e ultimi 5 non erano accessibili) a piedi nudi. Fuori faceva molto caldo e potete immaginare come si stava dentro. All'interno dei piani ci sono tante statue e tantissimi dipinti murali che in buona parte rappresentano le scene dall'inferno: gli orchi che friggono gli uomini, li pescano... A qualche centinaia di metri da Buddha gigante, c'è un antico parco con mille statue di Buddha sotto gli alberi Bo. Qualche chilometro più in là, abbiamo visitato una pagoda con quasi 600.000 statue di Buddha. Ci sono parecchie statue grandi, ma il grosso l'ho fanno le statuine che ricoprono praticamente tutti i muri della pagoda. Nel tardo pomeriggio siamo arrivati nella a Monywa. Abbiamo lasciato i bagagli nell'albergo e dopo una piccola pausa caffé sul terrazzo del bungalow, siamo andati a fare quattro passi prima della cena. La cosa che ha attirato la nostra attenzione è questo piccolo ponticello pedonale fatto in legno di teak, un po' "ubriaco". Non soltanto va su e giù, come si vede bene nella foto, ma anche a sinistra e a destra. Prima della cena abbiamo fatto un salto in una birreria locale dove abbiamo assaggiato un'ottima birra scura che si chiama ABC. Il giorno dopo, il 22, ci siamo diretti verso le famose grotte scavate nella roccia più di mille anni fa, ma prima di arrivare ci siamo fermati per osservare come si estrae il rame dalla terra, come si faceva anche nei tempi antichi, senza alcun aiuto della tecnologia. Tornando in macchina verso Mandalay, ci siamo fermati sulla strada in un piccolo villaggio, per provare due specialità locali. Una era la birra di palma, ma la seconda era una cosa davvero speciale, che non si assaggia tutti i giorni: topo alla griglia. Ammetto che ci è voluto un po' di coraggio per assaggiare questo piatto tipico. Il sapore? Assomiglia ad una porchetta ben grigliata ed è buono. Se me lo servissero da qualche parte, senza dirmi di cosa si tratta, chiederei un'altra porzione. Nei pressi di Mandalay, ci siamo fermati per visitare il ponte di teak U Bein, lungo 1,2 chilometri che collega la città di Amarapura e Innwa. Alcuni tratti del ponte, danneggiati nel tempo, sono stati sostituiti con una bruttissima struttura intelaiata in calcestruzzo armato. In una direzione l'abbiamo fatto tutto a piedi e siamo tornati verso la macchina con una barca taxi (il prezzo era di 3 dollari). E' come succedeva di solito tutti i giorni, l'ultima visita era in corrispondenza del tramonto. Verso la fine della giornata, siamo tornati per la cena e pernottamento nell'albergo di Mandalay. |
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